venerdì 10 gennaio 2014

Film girati in parte a San Benedetto Po


SEPTEMBER 11, 1638” (2012) di Renzo Martinelli
11 settembre 1683. Trecentomila soldati musulmani, guidati da Karà Mustafà, assediano la città di Vienna. Il loro obiettivo è aprirsi un varco in Europa per arrivare a Roma e conquistare la cattedrale di San Pietro, trasformandola da cuore della cristianità in moschea islamica. Dentro le mura della città, nonostante siano in numero superiore, gli Austriaci si preparano a una terribile sconfitta ma la mattina del giorno dopo Marco d'Aviano, frate italiano consigliere di re Leopoldo I, incita le truppe cristiane alla vittoria. La sua fede e la sua forza, unite alle brillanti strategie di guerra del re polacco Jan III, condurranno le truppe della Lega Santa alla vittoria finale.


CENTOCHIODI” (2007) di Ermanno Olmi
Un giovane e attraente professore universitario di filosofia si rende improvvisamente irreperibile. È infatti ricercato per un reato del tutto insolito: ha letteralmente inchiodato al pavimento e ai tavoli di una biblioteca ricca di antichi manoscritti e incunaboli quegli stessi volumi preziosi che avevano nutrito la sua formazione. Mentre i carabinieri lo cercano, il professore trova rifugio sulle rive del Po, a Bagnolo San Vito, dove una piccola comunità gli offre riparo e accoglienza.


DON CAMILLO” (1983) di Terence Hill
Pomponesco: tra il sindaco comunista del paese, Peppone, ed il parroco don Camillo non corre buon sangue. Entrambi tentano di ostacolarsi in ogni maniera benché poi riescano spesso a trovare un accordo nelle loro liti. Tra le varie ragioni di questi scontri quotidiani assistiamo ad un incontro tra le due squadre di calcio del paese: gli Angeli e i Diavoli, che finisce 3 a 2 per i Diavoli. Dopo aver scoperto che Peppone aveva pagato l'arbitro, decide di vendicarsi barando al torneo di scopa. Tutte queste scaramucce attirano su di lui le attenzioni delle gerarchie ecclesiastiche. Don Camillo viene così trasferito in una parrocchia sperduta. Il giorno della partenza non trova nessuno alla stazione: per paura delle minacce del sindaco, i parrocchiani sono andati tutti, in gran segreto, alla stazione successiva. Una bella sorpresa per don Camillo, che si raddoppia quando, alla stazione dopo ancora, trova l'intera banda dei rossi con Peppone in testa, a salutarlo.



LIGABUE” (1977) di Salvatore Nocita
Rimpatriato dalle autorità svizzere perché "indesiderabile", lo stravagante Antonio Ligabue trova perplesse le autorità di Gualtieri che lo affidano al ricovero per vecchi. Toni ne evade subito e inizia a lavorare ma gli impietosi scherzi di qualche manovale e le sue stravaganze, non lo aiutano a trascorrere una vita normale. Col passare degli anni la popolazione si abitua alla figura di Toni che viene considerato girovago e anche pazzoide ma non pericoloso. Senza calcolo alcuno, Ligabue scopre la sua vocazione artistica dipingendo la natura sulle piante e sui muri. Il pittore Mazzacurati ne intuisce il naturale talento e gli dona gli strumenti per dipingere quadri che trovano clienti e permettono di allestire una mostra che lo consacra "artista".


LA VISITA” (1963) di Antonio Pietrangeli
Il racconto, punteggiato da ripetuti flashback, segue l'incontro di Pina, impiegata presso il consorzio agrario di un paese in riva al Po, con Adolfo, commesso in una libreria di Roma. È il primo appuntamento tra i due, conosciutisi per corrispondenza con un annuncio pubblicato su una rivista. Non più giovanissimi, Pina e Adolfo sono entrambi soli ed in cerca di una sistemazione affettiva.


LA MARCIA SU ROMA” (1962) di Dino Risi
Nel primo dopoguerra Domenico Rocchetti, un reduce che vive di espedienti, decide di aderire al movimento fascista dopo l'incontro con un suo vecchio capitano disoccupato. Entrambi partecipano a numerose azioni punitive e si preparano alla marcia su Roma. Requisiscono un'automobile per raggiungere i camerati. Arrivati alla capitale scappano e tutti li credono caduti eroicamente. Rispuntano quando il fascismo è al potere e si sta dando una veste di legalità; essi sono ancora legati allo spirito squadrista e per questo vengono confinati su un'isola deserta.


IL MULINO DEL PO” (1949) di Alberto Lattuada
Berta Scarceni è promessa sposa ad Orbino Verginesi e il fidanzamento viene festeggiato sul mulino galleggiante degli Scarceni. Princivalle, il fratello di Berta, per timore dei controlli della finanza, incendia il mulino. Inizia così un periodo di miseria e di odio per le due famiglie, che sfocerà nella tragedia e nel delitto.  




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