venerdì 11 aprile 2014

I carri agricoli del Dott. Contini


Quella che viene presentata nelle cantine cinquecentesche del monastero di San Benedetto in Polirone è l’esposizione permanente della collezione di carri e decorazioni di carri donata dal dott. Carlo Contini di Carpi al Museo Civico Polironiano, una delle raccolte più complete e rappresentative del carro agricolo padano. I carri agricoli che sono presenti nelle cantine sono: il carro reggiano, il carro agricolo modenese-carpigiano, il carro bolognese, il carro romagnolo, il carro ferrarese, il carro mantovano, il carretto siciliano.
Ecco una breve descrizione dei carri…



CARRO REGGIANO
Il carro è costruito con legni locali. Il “bacalèr”, frontale è decorato con figurazioni di esseri zoomorfi o favolosi, oltre le quali è presente il nome del costruttore (il carradore) e della famiglia contadina. Nelle zone montane e pedemontane il carro è munito di freno. I legni utilizzati sono: noce (frontale, freccia, coda, ruota e scannello), olmo (sponde), larice (letto), acacia (raggi delle ruote).

CARRO AGRICOLO MODENESE-CARPIGIANO
Questa tipologia di carro ha caratteristiche molto simili a quello reggiano, in quanto le ruote anteriori sono più piccole rispetto a quelle posteriori, il letto inclinato in avanti e anche in questo caso la struttura è leggera. Le decorazioni sono di carattere profano. I legni utilizzati sono gli stessi del carro reggiano.

CARRO BOLOGNESE
Caratteristica di questo carro è la presenza fra i grandi intagli del legno di borchie, bronzi e bande di ottone che rivestono tutta la facciata. A differenza del carro reggiano, quello bolognese non è mai dipinto e porta figurazioni religiose. Il letto è a scala per consentire l’ aerazione ai cumuli di fieno e di grano. La freccia è poderosa con una struttura particolare si allunga e raccoglie da uno sportello un piccolo
spazio per la merenda e il bottiglione di vino.

CARRO ROMAGNOLO
Il carro romagnolo ha la struttura fondamentalmente identica a quello bolognese, non porta intagli ma è soltanto dipinto con profusione di fiori seguendo un preciso schema di figurazioni sacre. Dipingere un carro con olio di lino cotto e semplici colori era meno impegnativo e meno costoso che intagliarlo e scolpirlo anche se doveva essere spesso ridipinto. Una famosa pittrice di carri agricoli è Maddalena Venturi di Granarolo Faentino (Faenza) che, utilizzando una miscela di olio di pesce, rendeva i carri più resistenti alle intemperie.

CARRO FERRARESE
Il carro ferrarese è simile nella struttura a quello bolognese ma le ruote hanno raggi più ampi. Non sono presenti figurazione cristiane ma simboli come il drago e il delfino. Negli ultimi modelli dei carradori Toselli le figurazioni sono ispirate allo stile liberty. Per le ruote del carro era usato legno di noce e di robinia.

CARRO MANTOVANO
Il carro mantovano è sostanzialmente molto simile a quello reggiano-modenese ma caratteristica peculiare degli esemplari più antichi è il materiale della freccia del carro che non è in legno ma in ferro. È un’asta convessa al centro, lunga quasi tre metri terminante con la testa di un serpente che racchiude tra le fauci un anello in ferro. Nei casi in cui la freccia del carro è in legno domina un drago a forma di S rovesciata che ricorda la tradizionale ciambella padana. A differenza dei carri emiliani e romagnoli è povero di ornamentazione.

CARRETTO SICILIANO
In Sicilia si è diffuso sia il carro con timone centrale trainato da due buoi, che il carro a due stanghe, utilizzato soprattutto per il trasporto di vari generi di prodotti quali materiali da costruzione, prodotti agricoli, carbone ma anche per il trasporto delle persone. Nel corso del XIX secolo il carro viene utilizzato anche per tragitti più lunghi e viene adattato nella forma in funzione del prodotto che doveva essere trasportato.


Per maggiori info:
IAT di San Benedetto Po e Oltrepò mantovano
Piazza M. di Canossa, 7 - 46027 San Benedetto PO (MN)
Tel 0376/623036 – Fax 0376/623021
iat@oltrepomantovano.eu
www.turismosanbenedettopo.it








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