giovedì 1 agosto 2013

Alla scoperta degli itinerari cicloturistici dell’Oltrepò Mantovano


Giovedì 25 luglio presso la saletta IAT di San Benedetto Po è stata presentata la nuova brochure “Alla scoperta degli itinerari cicloturistici dell’Oltrepò Mantovano” a cura del Consorzio Agrituristico Mantovano. E’ possibile ritirarne una copia presso l’ufficio IAT di San Benedetto Po in Piazza Matilde di Canossa 7, aperto dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Di seguito la descrizione di alcuni dei suggestivi itinerari …


1bis. CICLAMINO - DAI LAGHI DEL MINCIO AL GRANDE FIUME
PERCORSO: Mantova (Palazzo Te), Forte di Pietole, Virgiliana, San Biagio, Bagnolo San Vito, ponte di San Benedetto Po, Mirasole, ponte sul Secchia.
KM TOTALI: 26,2 ca.
APPROFONDIMENTO: Il Forte di Pietole attualmente si presenta come un’enorme struttura abbandonata, immersa nella fitta vegetazione spontanea di questo angolo di Parco del Mincio. Il Forte nacque per volontà di Napoleone agli inizi del XIX secolo, per proteggere l’opera di chiusa tra il Mincio e l’ormai prosciugato Lago Paiolo; lago che nelle intenzioni di Napoleone avrebbe dovuto tornare ad ospitare acqua per meglio difendere la città. Più volte rimaneggiato e allargato, il Forte giunse alla sua massima espansione a metà Ottocento quando, sotto il dominio austriaco, venne incluso nelle mura difensive di Mantova. Perse la sua importanza strategica con l’avvento dell’artiglieria, diventando una polveriera. Con il Regno d’Italia si pensò alla distruzione della struttura, ma l’incombere della Prima Guerra Mondiale lo destinò nuovamente a polveriera: la sua rovina fu decretata proprio da un’esplosione nel 1917. Venne utilizzato ancora nella Seconda Guerra Mondiale come deposito militare, per poi essere abbandonato completamente.


3. MARRONE - I MONACI, IL SECCHIA E LE ACQUE
PERCORSO: San Benedetto Po, Zovo, Moglia, Bondanello, Mirasole, Gorgo, San Benedetto Po
KM TOTALI: 55 ca.
APPROFONDIMENTO: Quando nel 1007 Tedaldo di Canossa, nonno della contessa Matilde, fondò il Monastero di Polirone, in queste terre non v’erano che pochissimi abitanti, riuniti attorno ad una piccola chiesa. Matilde di Canossa, nel 1077, donò il Monastero a Papa Gregorio VII, il quale unì il complesso al Monastero di Cluny in Borgogna, aumentandone l’attività di miniatura, edificando chiese e chiostri e ospitando personaggi illustri.
In questo periodo il monastero si arricchì di terre, di una rete di priorati dipendenti e di monasteri aggregati, una sorta di Cluny dell’Italia settentrionale e quindi un centro fondamentale della Riforma della Chiesa.
Il Monastero assunse la forma e la struttura che conserva ancora oggi nel XV secolo, quando entrò a far parte dell’appena costruita Congregazione di Santa Giustina di Padova. Nello stesso periodo, i monaci ricoprirono un ruolo attivo e fondamentale nelle riforme agrarie, attuando opere di bonifica e mutando i contratti con i coloni.
Ospitato nelle suggestive sale del complesso monastico, il Museo Civico Polironiano offre una viva e ricca rappresentazione della storia di questo territorio, del mondo agricolo, delle tradizioni e della religione nelle campagne.


4. VERDE - I GONZAGA E I PALAZZI DEL POTERE NELL’OLTREPO’
PERCORSO: Revere, Pieve di Coriano, Quingentole, Quistello, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso, Villa Poma, Parolare, Revere
KM TOTALI: 64,6 ca.
APPROFONDIMENTO: Il Palazzo Ducale di Revere è stato realizzato fra il 1450 e il 1460, per volere di Ludovico III Gonzaga, su disegno dell’architetto Luca Fancelli. E’ considerato un capolavoro del primo rinascimento italiano e, con i due vertici della facciata rialzati come torroni, segna bene il passaggio dall’architettura castellana a quella i palazzi signorili. Nei quattro piani disposti a “U” attorno al cortile porticato, trovano spazio gli uffici comunali, il Museo del Po e alcune sale dedicate a reperti archeologici di epoca romana. La Torre Civica, elegantemente isolata nella piazza, rappresenta invece l’ultimo ben conservato resto della fortezza medioevale che dominava il paese sino al XIV secolo.


7. ARANCIO - MATILDE E IL CONFINE ESTENSE
PERCORSO: Felonica, Quatrelle, Stellata, Quatrelle, Zerbinate, Felonica
KM TOTALI: 19,6 ca.
Terre poco abitate di comunicazione che l’antichità offriva all’Italia Settentrionale. Così si spiega l’interesse della Contessa Matilde di Canossa ad estendere il suo feudo fino alle rive del Po fra l’XI e il XII secolo. Una delle tracce più significative che la “Gran Contessa” ha lasciato nella zona è la Chiesa di Santa Maria Assunta di Felonica. Il Ducato di Mantova e quello di Ferrara, ma soprattutto si cercava di contrastare l’espansionismo di Venezia. A questo serviva la “Rocca Possente” di Stellata.
APPROFONDIMENTO: La “Rocca Possente” di Stellata, eretta nell’XI secolo e ampliata nel XIV, assume la forma pseudo-stellare nel XVI secolo, rispondendo alle nuove esigenze di difesa dall’artiglieria. Insieme al forte di Ficarolo, ha controllato a lungo i transiti sul fiume Po e preservato Ferrara da attacchi militari via fiume.
Altri monumenti e luoghi di interesse a Stellata: Museo Civico Archeologico G. Ferrarsi, Chiesa della Natività di Maria Vergine (secolo XIV), Chiesa del Rosario (o Oratorio di S. Domenico, anno 1708), Oratorio di S. Francesco (1616), Torre Pepoli (sec. XVI), Villa Federica (sec. XVI).


8. FUCSIA - IL GIRO DELLE FOCI
PERCORSO: Ostiglia, Revere, Quingentole, Foce Secchia, Mirasole, Correggio Micheli, Governolo, Sacchetta, Sustinente, Serravalle, Ostiglia
KM TOTALI: 48,2 ca.
APPROFONDIMENTO: Quello che qui abbiamo battezzato come “il giro delle foci” è nella sostanza un elogio degli argini, quello che i ciclisti del luogo chiamano “il giro dei due ponti”. La regolarità nella distribuzione dei ponti che attraversano il fiume Po nell’Oltrepò Mantovano e la comodità e la sicurezza di pedalare sugli argini fa sì che molti ciclisti del luogo e anche i cicloturisti compiano percorsi ad anello passando da una sponda all’altra del fiume. E’ così anche in questo caso, ma oltre che attraversare due volte il fiume Po, il nostro itinerario attraversa anche i fiumi Secchia e Mincio, ormai prossimi alla foce.


9.BLU - HOSTILIA E LE ACQUE
PERCORSO: Ostiglia, Paludi di Ostiglia, Comuna Santuario, Comuna Bellis, Correggioli, Ostiglia
KM TOTALI: 19,3 ca.
APPROFONDIMENTO: Il Santuario della Madonna della Comuna è stato edificato su progetto del celebre architetto mantovano Giulio Romano attorno al 1533. Le origini dello stabile risalgono al XIV secolo quando, si narra, la Madonna apparì donando la voce ad una pastorella muta. Da allora, la storia racconta di molti prodigi legati alla Madonna della Comuna.



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