domenica 16 marzo 2014

Di quei giorni mantovani

Paolo Miserocchi ha raccolto in poesia le impressioni scaturite dal suo viaggio nell'Oltrepò mantovano. Lo spirito ed il paesaggio del nostro territorio sono pienamente rappresentati.


DI QUEI GIORNI MANTOVANI
Fotografia del sole
oltre la finestra,
sopra al grigio mesto
illividisce i campi
e ne muove ombre.
Un cane dietro ad un recinto
ansima sbadigli
su una strada senza traffico,
lastricata dal vento
che vi soffia solitario.
C'è un cielo basso,
d'accordo con la terra
a frenare gli animi
finché non sia stagione
di concedere sorrisi.
Corsi d'acqua e corti,
grandi abitazioni
con soffitti alti e ampi spazi
per chi lavora e vive,
per chi prega.
Sembran pochi punti,
i contadini sulle zolle,
ma son tanti e fieri
gli uomini di ieri
e donne
in quei gironi nate
solo per tirare avanti;
capo chino, chiacchiere contate
risparmiando fiato, a metterne da parte
per diventare anziani.
Pochi pescatori
sul gomito d'un fiume,
tra le vene d'acqua dolce
fascinati e immobili,
allo scorrere dei flutti
pregano con canne
che abbocchi almeno un pesce a quei rosari.
Paesaggio in gravidanza:
nove mesi, e più, d'attesa
per concedere i suoi frutti;
tempi lunghi e gelosie,
attimi fragranti
dove ha sapore il pane,
profumando anche il carattere
di chi passa in mezzo alle sue storie.
Una piccola cucina, una cena,
stufa a legna e luce quanto basta,
mugghia il vento fuori
s'è fatta sera col suo buio
tranne dentro al cuore
dove alberga luce sazia
e il gusto inconfondibile
di quei giorni mantovani.
(Paolo Miserocchi, 2014)

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