“SEPTEMBER
11, 1638” (2012) di Renzo Martinelli
11
settembre 1683. Trecentomila soldati musulmani, guidati da Karà
Mustafà, assediano la città di Vienna. Il loro obiettivo è aprirsi
un varco in Europa per arrivare a Roma e conquistare la cattedrale di
San Pietro, trasformandola da cuore della cristianità in moschea
islamica. Dentro le mura della città, nonostante siano in numero
superiore, gli Austriaci si preparano a una terribile sconfitta ma la
mattina del giorno dopo Marco d'Aviano, frate italiano consigliere di
re Leopoldo I, incita le truppe cristiane alla vittoria. La sua fede
e la sua forza, unite alle brillanti strategie di guerra del re
polacco Jan III, condurranno le truppe della Lega Santa alla vittoria
finale.
“CENTOCHIODI”
(2007) di Ermanno Olmi
Un
giovane e attraente professore universitario di filosofia si rende
improvvisamente irreperibile. È infatti ricercato per un reato del
tutto insolito: ha letteralmente inchiodato al pavimento e ai tavoli
di una biblioteca ricca di antichi manoscritti e incunaboli quegli
stessi volumi preziosi che avevano nutrito la sua formazione. Mentre
i carabinieri lo cercano, il professore trova rifugio sulle rive del
Po, a Bagnolo San Vito, dove una piccola comunità gli offre riparo e
accoglienza.
“DON
CAMILLO” (1983) di Terence Hill
Pomponesco:
tra il sindaco comunista del paese, Peppone, ed il parroco don
Camillo non corre buon sangue. Entrambi tentano di ostacolarsi in
ogni maniera benché poi riescano spesso a trovare un accordo nelle
loro liti. Tra le varie ragioni di questi scontri quotidiani
assistiamo ad un incontro tra le due squadre di calcio del paese: gli
Angeli e i Diavoli, che finisce 3 a 2 per i Diavoli. Dopo aver
scoperto che Peppone aveva pagato l'arbitro, decide di vendicarsi
barando al torneo di scopa. Tutte queste scaramucce attirano su di
lui le attenzioni delle gerarchie ecclesiastiche. Don Camillo viene
così trasferito in una parrocchia sperduta. Il giorno della partenza
non trova nessuno alla stazione: per paura delle minacce del sindaco,
i parrocchiani sono andati tutti, in gran segreto, alla stazione
successiva. Una bella sorpresa per don Camillo, che si raddoppia
quando, alla stazione dopo ancora, trova l'intera banda dei rossi con
Peppone in testa, a salutarlo.
“LIGABUE”
(1977) di Salvatore Nocita
Rimpatriato
dalle autorità svizzere perché "indesiderabile", lo
stravagante Antonio Ligabue trova perplesse le autorità di Gualtieri
che lo affidano al ricovero per vecchi. Toni ne evade subito e inizia
a lavorare ma gli impietosi scherzi di qualche manovale e le sue
stravaganze, non lo aiutano a trascorrere una vita normale. Col
passare degli anni la popolazione si abitua alla figura di Toni che
viene considerato girovago e anche pazzoide ma non pericoloso. Senza
calcolo alcuno, Ligabue scopre la sua vocazione artistica dipingendo
la natura sulle piante e sui muri. Il pittore Mazzacurati ne intuisce
il naturale talento e gli dona gli strumenti per dipingere quadri che
trovano clienti e permettono di allestire una mostra che lo consacra
"artista".
“LA
VISITA” (1963) di Antonio Pietrangeli
Il
racconto, punteggiato da ripetuti flashback, segue l'incontro di
Pina, impiegata presso il consorzio agrario di un paese in riva al
Po, con Adolfo, commesso in una libreria di Roma. È il primo
appuntamento tra i due, conosciutisi per corrispondenza con un
annuncio pubblicato su una rivista. Non più giovanissimi, Pina e
Adolfo sono entrambi soli ed in cerca di una sistemazione affettiva.
“LA
MARCIA SU ROMA” (1962) di Dino Risi
Nel
primo dopoguerra Domenico Rocchetti, un reduce che vive di
espedienti, decide di aderire al movimento fascista dopo l'incontro
con un suo vecchio capitano disoccupato. Entrambi partecipano a
numerose azioni punitive e si preparano alla marcia su Roma.
Requisiscono un'automobile per raggiungere i camerati. Arrivati alla
capitale scappano e tutti li credono caduti eroicamente. Rispuntano
quando il fascismo è al potere e si sta dando una veste di legalità;
essi sono ancora legati allo spirito squadrista e per questo vengono
confinati su un'isola deserta.
“IL
MULINO DEL PO” (1949) di Alberto Lattuada
Berta
Scarceni è promessa sposa ad Orbino Verginesi e il fidanzamento
viene festeggiato sul mulino galleggiante degli Scarceni.
Princivalle, il fratello di Berta, per timore dei controlli della
finanza, incendia il mulino. Inizia così un periodo di miseria e di
odio per le due famiglie, che sfocerà nella tragedia e nel delitto.