Giovedì 25 luglio presso la saletta IAT di San
Benedetto Po è stata presentata la nuova brochure “Alla scoperta degli itinerari
cicloturistici dell’Oltrepò Mantovano” a cura del Consorzio Agrituristico Mantovano.
E’ possibile ritirarne una copia presso l’ufficio IAT di San Benedetto Po in
Piazza Matilde di Canossa 7, aperto dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle
12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
Di seguito la descrizione di alcuni dei suggestivi itinerari
…
1bis. CICLAMINO
- DAI LAGHI DEL MINCIO AL GRANDE FIUME
PERCORSO: Mantova (Palazzo Te), Forte di Pietole, Virgiliana, San
Biagio, Bagnolo San Vito, ponte di San Benedetto Po, Mirasole, ponte sul
Secchia.
KM TOTALI: 26,2 ca.
APPROFONDIMENTO:
Il Forte di Pietole attualmente si presenta
come un’enorme struttura abbandonata, immersa nella fitta vegetazione spontanea
di questo angolo di Parco del Mincio. Il Forte nacque per volontà di Napoleone
agli inizi del XIX secolo, per proteggere l’opera di chiusa tra il Mincio e
l’ormai prosciugato Lago Paiolo; lago che nelle intenzioni di Napoleone avrebbe
dovuto tornare ad ospitare acqua per meglio difendere la città. Più volte
rimaneggiato e allargato, il Forte giunse alla sua massima espansione a metà
Ottocento quando, sotto il dominio austriaco, venne incluso nelle mura
difensive di Mantova. Perse la sua importanza strategica con l’avvento
dell’artiglieria, diventando una polveriera. Con il Regno d’Italia si pensò
alla distruzione della struttura, ma l’incombere della Prima Guerra Mondiale lo
destinò nuovamente a polveriera: la sua rovina fu decretata proprio da
un’esplosione nel 1917. Venne utilizzato ancora nella Seconda Guerra Mondiale
come deposito militare, per poi essere abbandonato completamente.
3. MARRONE
- I MONACI, IL SECCHIA E LE ACQUE
PERCORSO: San Benedetto Po, Zovo, Moglia,
Bondanello, Mirasole, Gorgo, San Benedetto Po
KM TOTALI: 55 ca.
APPROFONDIMENTO:
Quando nel 1007 Tedaldo di Canossa, nonno della
contessa Matilde, fondò il Monastero di Polirone, in queste terre non
v’erano che pochissimi abitanti, riuniti attorno ad una piccola chiesa. Matilde
di Canossa, nel 1077, donò il Monastero a Papa Gregorio VII, il quale unì il
complesso al Monastero di Cluny in Borgogna, aumentandone l’attività di
miniatura, edificando chiese e chiostri e ospitando personaggi illustri.
In questo periodo il
monastero si arricchì di terre, di una rete di priorati dipendenti e di
monasteri aggregati, una sorta di Cluny dell’Italia settentrionale e quindi un
centro fondamentale della Riforma della Chiesa.
Il Monastero assunse la
forma e la struttura che conserva ancora oggi nel XV secolo, quando entrò a far
parte dell’appena costruita Congregazione di Santa Giustina di Padova. Nello
stesso periodo, i monaci ricoprirono un ruolo attivo e fondamentale nelle
riforme agrarie, attuando opere di bonifica e mutando i contratti con i
coloni.
Ospitato nelle suggestive
sale del complesso monastico, il Museo Civico Polironiano offre una viva
e ricca rappresentazione della storia di questo territorio, del mondo agricolo,
delle tradizioni e della religione nelle campagne.
4. VERDE - I
GONZAGA E I PALAZZI DEL POTERE NELL’OLTREPO’
PERCORSO: Revere, Pieve di Coriano,
Quingentole, Quistello, San Giacomo delle Segnate, San Giovanni del Dosso,
Villa Poma, Parolare, Revere
KM TOTALI: 64,6 ca.
APPROFONDIMENTO:
Il Palazzo Ducale di Revere è stato realizzato
fra il 1450 e il 1460, per volere di Ludovico III Gonzaga, su disegno
dell’architetto Luca Fancelli. E’ considerato un capolavoro del primo
rinascimento italiano e, con i due vertici della facciata rialzati come
torroni, segna bene il passaggio dall’architettura castellana a quella i
palazzi signorili. Nei quattro piani disposti a “U” attorno al cortile
porticato, trovano spazio gli uffici comunali, il Museo del Po e alcune sale
dedicate a reperti archeologici di epoca romana. La Torre Civica, elegantemente
isolata nella piazza, rappresenta invece l’ultimo ben conservato resto della
fortezza medioevale che dominava il paese sino al XIV secolo.
7. ARANCIO
- MATILDE E IL CONFINE ESTENSE
PERCORSO: Felonica, Quatrelle, Stellata,
Quatrelle, Zerbinate, Felonica
KM TOTALI: 19,6 ca.
Terre poco abitate di
comunicazione che l’antichità offriva all’Italia Settentrionale. Così si spiega
l’interesse della Contessa Matilde di Canossa ad estendere il suo feudo fino
alle rive del Po fra l’XI e il XII secolo. Una delle tracce più significative
che la “Gran Contessa” ha lasciato nella zona è la Chiesa di Santa Maria
Assunta di Felonica. Il Ducato di Mantova e quello di Ferrara, ma soprattutto
si cercava di contrastare l’espansionismo di Venezia. A questo serviva la “Rocca
Possente” di Stellata.
APPROFONDIMENTO:
La “Rocca Possente” di Stellata, eretta nell’XI
secolo e ampliata nel XIV, assume la forma pseudo-stellare nel XVI secolo,
rispondendo alle nuove esigenze di difesa dall’artiglieria. Insieme al forte di
Ficarolo, ha controllato a lungo i transiti sul fiume Po e preservato Ferrara
da attacchi militari via fiume.
Altri monumenti e luoghi di
interesse a Stellata: Museo Civico Archeologico G. Ferrarsi, Chiesa
della Natività di Maria Vergine (secolo XIV), Chiesa del Rosario (o Oratorio di
S. Domenico, anno 1708), Oratorio di S. Francesco (1616), Torre Pepoli (sec.
XVI), Villa Federica (sec. XVI).
8. FUCSIA -
IL GIRO DELLE FOCI
PERCORSO: Ostiglia, Revere, Quingentole,
Foce Secchia, Mirasole, Correggio Micheli, Governolo, Sacchetta, Sustinente,
Serravalle, Ostiglia
KM TOTALI: 48,2 ca.
APPROFONDIMENTO:
Quello che qui abbiamo battezzato come “il giro delle
foci” è nella sostanza un elogio degli argini, quello che i ciclisti del luogo
chiamano “il giro dei due ponti”. La regolarità nella distribuzione dei ponti
che attraversano il fiume Po nell’Oltrepò Mantovano e la comodità e la
sicurezza di pedalare sugli argini fa sì che molti ciclisti del luogo e anche i
cicloturisti compiano percorsi ad anello passando da una sponda all’altra del
fiume. E’ così anche in questo caso, ma oltre che attraversare due volte il
fiume Po, il nostro itinerario attraversa anche i fiumi Secchia e Mincio, ormai
prossimi alla foce.
9.BLU - HOSTILIA
E LE ACQUE
PERCORSO: Ostiglia, Paludi di Ostiglia,
Comuna Santuario, Comuna Bellis, Correggioli, Ostiglia
KM TOTALI: 19,3 ca.
APPROFONDIMENTO:
Il Santuario della Madonna della Comuna è stato
edificato su progetto del celebre architetto mantovano Giulio Romano
attorno al 1533. Le origini dello stabile risalgono al XIV secolo quando, si
narra, la Madonna apparì donando la voce ad una pastorella muta. Da allora, la
storia racconta di molti prodigi legati alla Madonna della Comuna.